Greydragon vs Zoro_03

Assistendo al duello dagli spalti.

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  1. Xander Shinkuchi
     
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    Il solco che attraversava il volto etereo, quasi trasparente, del fu mezzodemone era qualcosa di singolare. Troppo contorto per essere un sorriso, troppo benevolo per essere un ghigno. Aleggiando a pochi centimetri dal seggiolino scrutava l'arena tenkaichi, in attesa dell'arrivo dei contendenti. Non si vedeva ancora nessuno: Hisagi continuava a non essere puntuale; chissà perché, la cosa non lo sorprendeva minimamente. La folla rumoreggiava fin troppo, sembrava agitarsi, probabilmente pure in maniera eccessiva. Per quanto lo riguardava, il risultato del duello era quantomai scontato; era lì solo per vedere se davvero Hisagi era cambiato come si diceva. Se davvero avrebbe fatto sul serio, se sarebbe andato fino in fondo.
    Accanto a lui si sedette qualcuno, un uomo dalla barba incolta che indossa un indumento vago, che non sembrava nemmeno appartenere a quell'epoca, tutto nero, con una scritta bianca. Sulle spalle reggeva una spada, di fattura probabilmente orientale.
    Lo Shinkuchi rimase impassibile, certo com'era che quel tipo non sarebbe mai riuscito a vederlo. Quello invece, a sorpresa, lo salutò con un cenno del capo. E visto che Xander non accennava a rispondere, non riuscendo a credere che quel saluto fosse rivolto a un fantasma, gli rivolse perfino la parola.


    "Credevo che i morti conservassero le buone maniere, figlio di Arioch."

    Punto sull'orgoglio, l'anima fluttuante rispose piccata.

    "Non credevo riusciste a vedermi, chiunque voi siate. E mi farebbe piacere saperlo, il vostro nome. Vorrei potermene ricordare"
    "Oh, io sono solo un ammiratore di un tuo conoscente. Hisagi Shuhei. Sono qui per vederlo all'opera. Mi hanno detto che il suo avversario potrebbe rivelarsi particolarmente ostico..."
    "Corbellerie!" lo interruppe lo spettro, "Lo sfregiato vincerà facile. O sarò io stesso a procurargli il quarto taglio sul viso. Abbiamo un conto in sospeso, o meglio: lui crede di averlo con me."

    Il misterioso interlocutore si limitò ad annuire, tornando con lo sguardo all'arena, nella febbrile attesa di vedere arrivare i due contendenti. Si lasciò sfuggire solo poche, pochissime parole, in un soffio a fior di labbra.

    "Conti in sospeso...bisogna che una porta sia aperta o chiusa.
     
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  2. J a S o N ~
     
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    Complesso del Warrior Day IV
    Spalti

    Apparve come si conviene ad un'ombra.
    Silenzioso e strisciante, emerse da una delle scalinate interne che portavano ai piani alti, nella zona riservata al pubblico. Aveva lasciato il suo amico Sfigurato appena qualche attimo prima, ed ancora rideva dell'espressione sorpresa e infastidita che l'animale gli aveva mostrato. Dopotutto, quel barbarico torneo gli avrebbe potuto regalare qualche soddisfazione in più della mera conoscenza degli altri Alfieri. Ammesso e non concesso che riuscisse ad incontrarli. Eccezion fatta per Kalia dell'Est, non si era trovato faccia a faccia con nessun pezzo grosso, a Rivenore.
    Peccato, gli sarebbe piaciuto...
    "Lo sfregiato vincerà facile. O sarò io stesso a procurargli il quarto taglio sul viso. Abbiamo un conto in sospeso, o meglio:
    lui crede di averlo con me.
    "
    Seguì quella voce senza pensarci due volte, mentre la Mangiasogni nascondeva il suo buonumore con un bieco sorriso. Il fantasma che aveva proferito quelle parole fu subito riconosciuto dallo Spaventapasseri, che ne ricordò l'aspetto dal ballo della sera prima. Ne avvertì immediatamente l'influsso di incubi e di ricordi dolorosi, una rara leccornia cui dovette purtroppo rinunciare.
    "Buondì, signori." esordì con un mezzo inchino ben poco riverente, salutando anche l'altro giovane presente "Non ho potuto fare a meno di sentire i vostri discorsi: conoscete veramente i combattenti di quest'oggi?"
    Mellifluo, ma non troppo. Distante ed echeggiante come sempre, si avvicinò camminando in aria ed esibendo quel cinico ghigno sulla sua maschera di sacco. Il cappio indossato come una cravatta dal già rozzamente abbigliato elfo non era
    che un monito per chiunque l'osservasse.
    E la sua aura di calma apparente inondava gli spalti, spingendo ognuno
    nell'oblio del sonno profondo.



    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    C a N t O del S o N N o ~ Questo artefatto è, come accennato, molto potente e pericoloso. Non solo per il portatore, ma anche e soprattutto per coloro che sfortunatamente si trovano a dover fronteggiare quest'ultimo. Primo, portante potere della Mangiasogni è quello di "apparecchiarsi la tavola". Come intuibile dal suo nome, infatti, la maschera si nutre di sogni, pensieri, e per poterlo fare deve riuscire a creare una breccia nella mente avversaria. Dunque ecco la sua forza: addormentare il nemico. Chiunque si trovi nelle vicinanze della maschera, entro un raggio di 10 metri, si sentirà stanco, assonnato e verrà colto da un desiderio di dormire remoto, ma crescente man mano che si avvicina all'artefatto. Da ciò ne consegue che un avversario colto da tali sintomi avrà maggiore difficoltà a combattere al meglio, sia in campo fisico che magico. Tuttavia questa non è che una condizione di partenza per le capacità della Mangiasogni.
     
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  3. Xander Shinkuchi
     
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    Percepì distintamente un brivido, quasi avesse ancora una schiena. Era quella la vera dannazione, quel legame atavico con le sensazioni umane, fisiche, che non accennava a scomparire, anzi sempre più si faceva vivo, coinvolgente, presentandogli quelle illusioni come più vere delle sensazioni stesse che volevano richiamare.
    Tornò a concentrarsi sul brivido. Non era freddo, e nemmeno paura. Era una presenza inqualificabile. Non crudele, ma nemmeno buona. Beffarda, si sarebbe potuta definire. Beffarda, come il sorriso sul volto dell'uomo seduto a suo fianco, che non dava segno alcuno, continuando ad osservare l'arena, ma che aveva anche lui percepito qualcosa di strano. Strano, come strana era la figura che, nella sonnolenza generale, si muoveva nella loro direzione, omaggiandoli di un saluto, e di una domanda. Lo spettro del mezzodemone non rispose subito. A dire il vero non rispose affatto. Era fin troppo innervosito dal fatto che lì, quel giorno, sembravano tutti capaci di vederlo.


    "Bentrovato, Alfiere del sud." intervenne l'uomo seduto alla sinistra di Xander, parlando con voce strascicata, "Per rispondere alla tua domanda: io li conosco solo di fama, mentre il mio amico qui" e fece cenno in direzione dello spettro, "Ha già combattuto con lo sfregiato."

    Detto questo, porse un sorriso stanco, stiratissimo, al defunto mezzodemone, silenziosamente irritato da quel comportamento da onnipotente. D'altra parte, il suo ombroso vicino di posto dalla parlantina sciolta, indicava di sottecchi la Mangiasogni all'Alfiere del Sud.

    "Non potresti spegnere quell'affare? Rischi di far addormentare tutto lo stadio prima che inizi lo scontro. Sarebbe davvero un pessimo affare."

    SPOILER (click to view)
    Xander è uno spettro, dunque non subisce per ovvi motivi l'influsso soporifero della Mangiasogni. Raige, invece, è resistente alle influenze mentali, e in possesso di un auspex particolare, che gli permette di rilevare e riconoscere gli oggetti magici presenti nel raggio di dieci metri.
     
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  4. J a S o N ~
     
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    Lo scontro non era ancora cominciato e già le sorprese fioccavano come presenti a Natale.
    Accomodandosi di fianco allo spettro senza nome, si trovò in svantaggio rispetto agli interlocutori in termini di informazioni e conoscenze. Quello stesso problema che aveva riscontrato al ballo, confermato dagli eventi una volta di più. Rinnovò a se stesso la promessa di ampliare il suo sapere al ritorno a Merovish.
    "Bentrovato, Alfiere del sud." la voce dell'uomo era roca all'apparenza, ma rivelava sonorità molto particolari a tratti "Per rispondere alla tua domanda: io li conosco solo di fama, mentre il mio amico qui ha già combattuto con lo sfregiato."
    Non fu affatto un'informazione gradevole, quella. A giudicare da come se la passava l'uomo indicato da colui che parlava, doveva aver visto tempi migliori.
    Sperò di non dover imputare l'aspetto etereo e fantasmico di quella creatura allo stesso Sfregiato,
    poiché sarebbe stato un pessimo indizio sul suo medesimo futuro.
    E Jason lo Spaventapasseri non aveva certo fretta di finire morto e sepolto.
    Tanto meno per mano di quell'insulso barbaro.
    "Non potresti spegnere quell'affare? Rischi di far addormentare tutto lo stadio prima che inizi lo scontro. Sarebbe davvero un pessimo affare."
    L'allegria lo colse d'improvviso, suscitandogli un riso composto e tuttavia assai divertito.
    Spegnere la Mangiasogni? Magari fosse stato possibile. Si premurò di tenere per sé quei malinconici pensieri, costretto a tacere anche dalla maschera stessa, vera signora e padrona di quel corpo esile.
    "Temo che una cosa del genere non sia in mio potere, spiacente."
    Scosse la testa mestamente, rivolgendo uno sguardo rapido all'arena ancora vuota.
    C'era ulteriore tempo per le chiacchiere, quindi.
    "E' stato lui a ridurvi così, Ser?"
    Non aveva né tempo né voglia di sforzarsi ad esprimere inutili fronzoli quali il tatto o la discrezione.
    Rivolse così la domanda diretta, spiazzante, all'uomo in trasparenza lì accanto.
    Con un ghigno che definire inquietante
    sarebbe stato riduttivo.
     
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  5. Xander Shinkuchi
     
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    Lo spaventapasseri si era seduto accanto a lui. E dire che aveva previsto di passare una tranquilla giornata a spulciare combattimenti comodamente appollaiato sugli spalti. Invece eccolo lì, attorniato da gente che faceva domande senza nemmeno avere il pudore di presentarsi. Sempre più innervosito da quella situazione, osservò con sguardo critico l'uomo al suo fianco accavallare le gambe annoiato, mentre lo spaventapasseri gli rivolgeva la parola.

    "A dire il vero, se il caro vecchio Hisagi è ancora abbastanza in salute da partecipare a un torneo è solo perché ho voluto graziarlo. Ai tempi, mi serviva più da vivo che da morto."

    Non sorrise nemmeno, lo disse come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo, conscio tuttavia che l'altro non avrebbe capito. Non del tutto almeno. Dal canto suo, l'uomo dalla barba incolta fece spallucce alla risposta negativa dell'Alfiere alla sua richiesta. Prese ad accarezzarsi i baffetti.

    "Non fa nulla. Se proprio dovessi addormentarmi, svegliatemi per la decapitazione dell'avversario di Hisagi."
     
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  6. J a S o N ~
     
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    Fu un immenso piacere per lui scoprire che le sue ricerche fossero tanto produttive sin dall'inizio.
    "A dire il vero, se il caro vecchio Hisagi è ancora abbastanza in salute da partecipare a un torneo è solo perché ho voluto graziarlo. Ai tempi, mi serviva più da vivo che da morto."
    Involontario e macabro, il sorriso dello Spaventapasseri si allargò a dismisura risultando a prima vista orribile, ma ad un più attento osservatore persino terrificante. C'era una gioia intrinseca dovuta alla sicurezza di potersi liberare dell'ostacolo Shuhei, in quell'espressione raccapricciante che riservò allo spettrale individuo. Era arrogante, per essere un morto. Però gli piaceva quel modo di fare: fornì a lui ed alla Mangiasogni uno spunto importante per i progetti futuri.
    Qualora Hisagi fosse sopravvissuto a quella giostra degli orrori, si sarebbe munito dell'adeguata protezione.
    "Non fa nulla. Se proprio dovessi addormentarmi, svegliatemi per la decapitazione dell'avversario di Hisagi."
    Quasi in contemporanea, il ragazzo abbigliato in modo stravagante poco più in là replicò alla sua negazione sull'argomento "spegnere la maschera". Divertenti, quei due. Avrebbe potuto anche pensare di non nutrirsi dei loro più reconditi sogni,
    se solo fosse stato libero di scegliere.
    Un corvo apparve sulla sua spalla, agendo come se fosse sempre stato là. Beccò a destra e a manca inutilmente, quindi si soffermò ad osservare l'arena. Il quadrato bianco attirò le sue iridi cremisi, curiose e bramose come l'animo che l'aveva generato.
    "Peccato." mormorò più a sé che agli altri "Un vero peccato."
    E tacque, immerso in pensieri che nemmeno era sicuro fossero suoi.
    Il gracchiare del corvo libratosi in volo riecheggiò per tutta l'arena.
     
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  7. Kirakisho
     
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    Libere dai vincoli della carne...
    Anime arcane dimoranti involucri inorganici...


    E se fosse proprio un'esistenza incatenata al mondo materiale...
    E se fosse proprio quest'esistenza un inutile cascame,
    un ceppo che impedisce di raggiungere Alice...?

    L'astrale affrancato dall'etere.


    L'iliaster ideale.

    E se Alice fosse proprio questo splendore...?

    Ecco perché la Settima Bambola non ha un corpo fisico.
    E tuttavia... neanche questo basta.


    La Settima Bambola può esistere solo entro le illusioni.
    Questo perché io stessa sono un'illusione...


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    "...quindi, dato che non sono stata invitata..."

    Il suo visino angelico
    -bianco e perfetto come la bambola che era-
    si proiettava nella cornice della specchiera dei bagni pubblici dello stadio, a fare da contropartita al riflesso di un anonimo spettatore che aveva commesso l'unica imprudenza di approfittare del ritardo nell'ingresso degli atleti per una sosta alla toilette.

    Il riflesso senza corpo aveva iniziato a parlargli con voce morbida e suadente,
    e, sebbene sulle prime si fosse spaventato davanti a quell’apparizione improvvisa -con quel sinistro eppure fascinoso fiore che le sbocciava dall’orbita del cranio-, quella bimba era così graziosa che la sua vista aveva ben presto ammaliato il povero sventurato.
    Quanto ingannano le apparenze...


    "Ho bisogno di un involucro."

    Tagliò corto il suo discorso: il volto della creaturina si deformò in un ghigno folle e crudele,
    poi i rovi bianchi lo avvolsero.




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    Uscì trotterellando allegramente dal bagno degli uomini, con le lunghe chiome -rosa come lo zucchero filato- sinuosamente danzanti ad ogni passo, a cui il suono dei tacchi dei suoi stivaletti -echeggiante per i corridoi delle gradinate- faceva da contrappunto.

    Come quella procedura permetteva, la carne della vittima aveva ricostituito la sua immagine.
    ...di contro, però, quell'involto organico acquistava il deprecabile difetto di deteriorarsi assai in fretta.
    Tempo qualche ora -mezza giornata al massimo- e avrebbe cominciato a tumefarsi e marcire.

    Non era il massimo,
    ma se fai le cose di nascosto (?) e senza il permesso del Card Master, bisogna pure accontentarsi.

    Emerse alla luce, all'aria... alla vita, che popolava gli spalti,
    e si diresse leggiadra e soave là dove i suoi sensi percepivano una presenza familiare, volteggiando sui gradini a piccoli balzelli; i rovi bianchi ancora eterei ed incorporei come era pure stata lei stessa solo la sera prima, al Ballo.

    Avvistato lo spettro di sua conoscenza,
    si lasciò scivolare seduta sulle ginocchia di uno spaventapasseri accanto a lui

    leggera come un fiocco di neve.

    "Konnichiwa..."


    SPOILER (click to view)
    Auspex: Questa capacità perpetua conferisce incredibili percezioni in cui l’intensificazione e il perfezionamento dei 5 sensi non è che il principio: raddoppiano la chiarezza e la portata visiva, uditiva e olfattiva, mentre il senso del gusto e del tatto diventano molto più acuti.
    Tuttavia, poiché questa eccessiva sensibilità può risultare anche alle volte un bersaglio o un punto debole, la Rozen Maiden sa anche sopprimere uno o più sensi senza accusare Handicap.
    Negli stadi più avanzati del potere, Kirakishou riesce a percepire l’aura psichica, astrale, demoniaca e spirituale attorno a lui con estrema chiarezza e precisione, ed è persino in grado di proiettare i suoi pensieri in quelli di un altro essere o di un oggetto inanimato; inoltre, con l’Auspex si possiede anche la capacità di scoprire i travestimenti magici, di snudare la verità offuscata da illusioni, ignorare le manipolazioni mentali e vedere tutto ciò che è normalmente invisibile agli occhi degli umani.

    Through the Mirror: In quanto partecipante al gioco di Alice, la Rozen Maiden ha il particolare talento di trasformare qualsiasi specchio in una porta di accesso all’ N-Field; anche in virtù di questo ella possiede la capacità di spostarsi attraverso gli specchi o, più generalmente, attraverso tutte le superfici lisce e riflettenti, entrandovi ed immergendovisi come fosse una polla liquida per emergere da un’altra parte.

    Vuoto Simulacro: Kirakishou è una bambola, un oggetto senz’anima; eppur si muove… Per sua intrinseca natura, ella non emette aura ed è praticamente impossibile da rilevare con mezzi tecnologici o arcani –per quanto potenti- mirati a percepirne la vita: lei è una bambola animata, non un essere vivente.
    La sua forma di esistenza è considerabile “vita”, ma ella non possiede uno spirito né un sistema nervoso correlato di onde celebrali: questo la rende immune agli attacchi portati da spiriti, anime e fantasmi –per il semplice fatto che questi non si accorgeranno nemmeno della sua presenza in campo come bersaglio, essendo quasi una di loro-, e dalle illusioni e manipolazioni mentali che non troveranno nella Rozen Maiden alcun bersaglio. Il suo corpo è un vuoto simulacro, quindi non sente neppure il dolore.
     
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  8. Re Mascherato
     
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    Uscendo da un lungo tunnel, la prima cosa che vedrete, indubbiamente, sarà la luce del sole che, per qualche attimo, vi impedirà di scorgere null'altro.
    Una luce potente e accecante, come mai l'avreste potuta immaginare. Tanto incombente da costringervi a rallentare di qualche passo e persino fermarvi, prima di recuperare del tutto la vista.
    Per Ray non fu differente.
    Uscito dai tenebrosi budelli che dalle bocche dello stadio sembravano ingoiare e deglutire tonnellate di spettatori per lasciare che si depositassero lungo gli spalti del proprio ventre, in attesa del duello, i raggi del sole che raggiunsero il Monarca lo costrinsero a rallentare la propria andatura, fermarsi, e quindi socchiudere le labbra cineree in un gemito di sorpresa.
    Nessun altro pareva aver avuto la sua stessa reazione.
    Sollevando una mano per schermarsi dalla luce, il suo sguardo cadde sui suoi polpastrelli lividi e sulle nocche nere, come di carbone.
    Il suo fisico s'era fatto più asciutto, e il suo viso più scavato.
    I suoi capelli parevano ricoperti di pece, e gli alti zigomi si pronunciavano ancor più di quanto chiunque ricordasse lungo la pelle distesa, affilando ancor di più il suo viso.
    I polsi erano tanto sottili che non sarebbe stato strano vederli spezzarsi di lì a poco.
    Ma nonostante tutto, oltre l'unta zazzera di capelli corvini, si poteva riconoscere lo sguardo tagliente e l'espressione fiera che gli era valsa, tempo prima, l'appellativo di "Re".
    Il suo portamento era ancora inconcepibilmente regale e distinto, e la sua figura diritta ed altera, neanche fosse una statua. I riflessi dello stadio scavavano pieghe nelle sue lucide vesti nere, scoprendo il suo aspetto sciupato e incurato.
    Lì, ritto e fermo come un palo, avviluppato dalla luce intensa di quella giornata di sole, appariva completamente fuori luogo.

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    Passò qualche altro secondo prima che tornasse a muoversi.
    Lentamente e con silenzio, si inoltrò lungo una fila di sedie e prese posto poco lontano da un piccolo gruppo di persone.
    Allungò lo sguardo affilato sul campo di battaglia, studiandolo.
    Lo scontro non era ancora iniziato.
     
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  9. Dorian Gray'
     
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    Davvero barbaro.
    Leggiadramente seduto sopra una delle migliaia di seggiole lungo uno dei tanti anelli che circondavano l'enorme arena, ancor si domandava come certi individui potessero trovare così appagante il versare sangue. Nel caso di Icarus, il proprio sangue, soprattutto giudicando la levatura dell'avversario.
    Trovava profondamente stancante e futile menar di spada. Piegar la mente del nemico era già occupazione assai più nobile d'un semplice lavoro da macellai, se proprio si giungeva al punto di dover sottomettere qualcuno e soggiogarlo al proprio potere.
    Davvero barbaro, si ripetè il gentiluomo.
    Distinto eppur comune, il giovane spettatore pareva un aristocratico come tanti: lunga, elegante giacca ocra, una sotto-camicia di candido lino, papillon e cilindro sul capo.
    Quel giorno, non era lui il protagonista della commedia.
    Solo una comparsa, avrebbe lasciato posto ai veri personaggi chiave dell'intero dramma, sperando che non s'evolvesse in tragedia.
    Certamente non poteva definirsi un supporter: mai e poi mai, neppure per il suo Magister Technicus, si sarebbe sgolato per chicchessia. Le urla erano la voce dei deboli, desiderosi di prevaricare sugli altri unicamente con l'elevato volume della propria voce.
    Ingenui. A lui, bastava un sussurro...
    Inarcò un sopracciglio, levandosi languidamente una ciocca di lunghi capelli biondo cenere dagli occhi dorati. Con misurata lentezza, poggiò accanto a sè il raffinato bastone da passeggio, affinchè non lo infastidisse nei casuali movimenti atti ad agiare maggiormente la propria posizione seduta.
    Intanto, la sua mente macchinava perpetuamente pensieri, tornando poi a ciò che costituiva la trama principale della presente scena.
    Come a teatro.
    Egli, Dorian Gray, spettatore della gloriosa vittoria o dell'ignominiosa sconfitta del suo amico (?) Icarus. Che perisse o vivesse, non aveva importanza; avrebbe trovato il modo di farlo tornare a Liberty, e svolgere così le sue mansioni.
    Magari dimenticando qualcuno dei suoi gallinacei costrutti nel regno di Endlos...sì, si poteva fare.
    Si sistemò più comodamente, gettando un'occhiata ad un piccolo capanello di persone - indubbiamente persone dal grande potere e capacità intellettiva... - se ne stava radunato per amabilmente discorrere riguardo al duello ormai imminente. Suvvia, Dorian, non essere così fastidiosamente snob: nessuno è tanto perfetto quanto te, dopotutto.
    Notò una nuova figura fare il proprio ingresso sugli spalti, quest'ultima di maggior interesse per gli egoisti e narcisisti occhi del dandy: una persona magnetica, dal portamento tanto elevato che catturava immediatamente lo sguardo. Si sedette in disparte, come lui, osservando il vasto campo di battaglia.
    Interessante, si disse.
    Se ne disinteressò poco dopo, sospirando lievemente e mormorando piano.

    « Mi auguro che termini rapidamente...
    ...possibilmente senza che quell'alchimista ci lasci le penne.
    »

    Già, pensò, osservando le sue curiose creazioni.
    Mai, infatti, metafora era stata più calzante.

     
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  10. ƒelicia
     
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    L'ultima volta che aveva parlato con Faith e Malakai, era stato alla Taverna del Calice Spezzato, lì nella periferia di Shandar, esattamente sotto il Forte dei Mercenari. Poteva ancora assaporare sulla lingua il profumo denso dell'alcool, mescolato al pungente odore del sangue. Una aroma che occupava - più delle persone - la piccola sala del locale, inebriandola totalmente. Era stato in quell'occasione che si era convenuto di comune accordo - senza ovviamente tener conto della sua opinione - di spedirla lì, in quella dimensione estranea ai suoi ricordi, e alle sue conoscenze. Un posto che non aveva nemmeno mai sentito nominare, ma dove si sarebbe tenuto un evento tanto importante quanto pericoloso. Il Warrior Day. Esattamente come il nome del luogo che l'ospitava, era anch'esso sconosciuto. Ma gli ordini non potevano essere trasgrediti. Erano legge anche per una come lei, che generalmente faceva di testa sua.
    Prima di giungere sugli spalti dell'arena, dove evidentemente stava per cominciare uno scontro, aveva attraversato un considerevole numero di corridoi, di stanze, di anticamere, di condotti, salito rampe e rampe di scale. Poi, finalmente, era riuscita a trovare l'accesso ad una delle zone dedicate al pubblico. Vi erano ancora numerosi posti vuoti, in alcuni punti dello stadio, addirittura intere file prive di qualsivoglia spettatore.
    Probabilmente perchè lo scontro non era ancora cominciato.
    O forse qualcuno, così come poco prima era capitato a lei, era troppo occupato a trovare la strada giusta, in quel labirinto.
    Con una sufficente dose di noncuranza, si adagiò mollemente su di uno dei posti disponibili, distendendo le gambe, e posizionando i piedi sul sediolino immediatamente prospiciente.
    Si strinse meglio nel giaccone giallo che le fasciava il corpo dal bacino in su, fino a i capelli, nascosti quasi interamente nel cappuccio. Si assicurò meglio gli occhiali scuri sul volto, lanciando occhiate curiose - a tratti altezzose - ai presenti, che pian piano, si accalcavano sugli spalti.
    Per quanto la riguardava, non tifava per nessuno in particolare, nè si era premurata di raccogliere sufficienti informazioni sui partecipanti di quel determinato scontro.
    Aveva sentito dire - nemmeno ricordava dove, e da chi - che uno dei due era un alchimista, venuto da chissà dove. L'altro, era un tale "Sfregiato" , del quale non sapeva null'altro che il nome. Con tutta probabilità, era proprio questo tipo il favorito, per quell'incontro.
    Come se, d'altra parte, potesse importarle qualcosa dell'esito di quel duello.
    Non proferì parola. Non vi era bisogno di sprecarne alcuna.
    Riportò la sua attenzione sull'arena, attendendo l'inizio dei giochi.
    Ovviamente, senza la minima traccia di impazienza.


    SPOILER (click to view)
    In Rettile we trust u_u . Va, e vendi care le squame é_è
    ps. Spero di non disturbare voi altri, con questo mio intervento X° !

     
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  11. François Lestat
     
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    Che delizia!
    Let the moment arrive with no more tears to cry
    The spirit will wave goodbye
    And step into the light

    To step into the light
    Falling down
    To step into the light
    Falling down


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    Like the snowflake we will fly
    A dying dance - a silent cry
    We're at the peak now
    Face to face on the brink of the grave
    Don't turn around now


    Huhuhu. YA-AH!
    Guardava, così tanto per fare, il buon Dorian Gray ad una certa distanza.
    Era passato sì diversissimo tempo da quando la sua presenza aveva trovato modo di dileguarsi, però ecco, amava ancora quei bastardi là in alto, che ancora puzzavano di nuovo.
    Il buon Aaron comunque non era interessato a lui, bensì ad un certo alchimista forse e probabilmente no.
    Non era sadismo il suo, ma solo la semplice necessità di pasciarsi di un pochetto di violenza, giusto così per fare, perchè dopotutto quante volte era stato costretto a brandire il gladio? aveva il diritto allora di guardare le persone morire, ecco tutto.

    Aaron Vi Evil al vostro cospetto, eccellenza. yAha

    Sussurò alle orecchie del primo cittadino di Liberty, questo mentre si apprestava a sedersi al suo fianco palesemente eccitato. Le sue ali? le aveva smantellate da poco per delle sane riparazioni, gli toccava davvero una pausa alla sua povera schiena, quel fardello aveva iniziato ad essere decisamente troppo pesante.
    Vestito quindi per l'occasione come un perfetto agente di borsa, da bravo curiosone continuava a far danzare i suoi campanellini sul capo, mentre spiava in ogni direzione i volti nuovi e stagionati che come lui avrebbero partecipato all'occasione. Alla sanguinosa occasione.

    SPOILER (click to view)
    G r i g i o distruggerà il mondo e.e
    scusa il post fiacco xD

     
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  12. Dorian Gray'
     
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    « Oh, Aaron.
    Anche tu qui? Non ero riuscito a percepirti.
    Credo che la differente densità della trama magica, qui a Rivenore, mi abbia tratto in inganno.
    Dovrò adattarmici, probabilmente.
    »

    Il giovane dandy alzò lo sguardò, gettando gli insidiosi dardi della propria malia verso il demone giocattolaio.
    Le poche parole che si erano raramente scambiati erano state sufficienti affinchè la stima reciproca venisse guadagnata da entrambe le parti. Così, benchè non potesse porre un freno alla sua innata attrazione psionica, Dorian era ben consapevole che non così facilmente costui si sarebbe lasciato irretire.
    Mentre questi prendeva posto al suo fianco, il gentiluomo piegò un poco sulla fronte l'elegante cilindro, in un aristocratico ma contenuto saluto.
    Quali affari l'avevano spinto fin qui? Gli pareva di ricordar che fosse stato ferito presso la Foresta dei Druidi, a Celentir, ed era stato rimesso in sesto da ignote entità. Non aveva più avuto occasione di incontrarlo, da allora: una notevole mancanza per colui che era considerato uno dei capocasata Von Liebewitz.
    Primo Console di Liberty! Una carica certo onorevole, ma il sentiero per il completo dominio sulle grandi famiglie borghesi della più grande metropoli portuale del continente era ancora lungo.
    Pareva che lo scontro tardasse il suo avvio, e così ne approfittò per discorrere amichevolmente con quell'interessante - forse un po' bizzarra - figura.
    Anche Aaron Vi Evil era un commediante, dopotutto.
    Solo, protagonista di un dramma differente da quello di Dorian Gray.
    Cionondimeno, il piacere di un profondo argomento tra persone colte ed intelligenti valeva anche la pena di essere vissuto.
    Indubbiamente.

    « Aaron, tu non sei umano.
    Spiegami, dunque, perchè l'uomo desidera duellare, ed essere spettatore di duelli.
    Io non trovo una chiara risposta.
    Trovo tutto ciò...uno spreco.
    »

     
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  13. François Lestat
     
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    « Aaron, tu non sei umano.
    Spiegami, dunque, perchè l'uomo desidera duellare, ed essere spettatore di duelli.
    Io non trovo una chiara risposta.
    Trovo tutto ciò...uno spreco. »




    Si parlava di tante cose, tra cui quel buffo caso della foresta, ma discorsi simili bisogna ignorarli.
    Quando un interlocutore è difatti interessato a qualcosa, si necessita di un argomento da proporsi ugualmente interessante. E' una sacra legge della buona educazione!

    Yaaa'h. Oh! Dorian, avrai presente forse i duemila anni che ho vissuto? sembrano tanti, ma ci sono demoni molto piu' antichi di me.

    Cercò di dire Aaron con le gesticolazioni di un bimbo. Li amava molto i bimbi, difatti pensava che si potessero imparare tante cose da loro, ed allora perchè non imitarli un pò? dopotutto è divertente sperare in cose che potrebbero non accedere mai. Ma si torni al suo discorso, per carità, ci si stà facendo trascinare dalla corrente

    Sai quindi cosa significa viverli? Conosco gente che fà la stessa monotona cosa per centinaia di secoli, come aspettare seduti. Ahh! Pazzi.

    Ed alzando l'indice della sua unica mano, con tono serio e non piu' dolce e cadenzevole, indicò forte quella formica che era Icarus, si vedeva davvero poco dagli spalti. Avrebbe potuto schiacciarlo nella calda pelle dei suoi guanti. Quest'illusione che è la prospettiva! bruttissima cosa, è un inganno ancora piu' odioso della vita dopo la morte. Oh!! Pardon, pardon, non vi si dirà nulla della vita e la morte, Aaron stà cercando di spiegare perchè quei due minuscoli insetti, giu' negli spalti, si stanno scambiando colpi di gladio.

    Voi umani avete l'interessante caratteristica che in una miseria di tempo fate tanteee coseee! Mi segui Dorian?

    Interpellò bruscamente alzando un sopracciglio, era da diverso tempo che stava parlando, e la buona educazione esigeva che ad un interessante interlocutore, bisognava proporre un discorso altrettanto interessante.
    E' una sacra legge della buona educazione!
    Aimhè comunque ci sarebbe voluta l'intera nottata per spiegarlo, e quei due laggiu' non sarebbero durati così tanto. Magari si sarebbero uccisi a vicenda, questo sì che sarebbe stato un grande spettacolo!
    Kyaaaah! Ah.

     
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  14. J a S o N ~
     
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    Bastarono pochi minuti di quella schifezza, per annoiarlo.
    Lo Sfregiato aveva fatto ammutolire la folla con la sua sola presenza, mentre l'avversario dimostrò ben presto di possedere assai scarse probabilità di uscirne vincitore. I suoi espedienti sembrarono non sortire alcun effetto sulla pellaccia di quel bastardo d'uno spadaccino, contribuendo così ad innervosire un già poco sereno Jason. Si mosse sulla sua postazione, irrequieto, mentre sulle sue spalle zampettavano tre piccoli corvi gracchianti spuntati da chissà dove. Era agitato, palesemente preoccupato per qualcosa che non volle esternare a nessuno dei presenti. Dietro alla maschera rimase zitto ad esibire un'espressione contrita tutto il tempo, finché i polli esplosivi non gli fecero perdere la pazienza.
    Si rizzò in piedi d'improvviso, coprendo così il suo brivido di spavento. Rivolgendo la propria attenzione al fantasma, ora affiancato da una bambina oltre che dal ragazzo col pizzetto, ebbe a dire sottovoce:
    "Inutile..." gemette disgustato, per poi alzare i toni "...star qui a guardare è inutile. Signori, vi auguro un buon proseguimento: che ci si possa ritrovare in occasioni più" scelse accuratamente la parola adatta "felici."
    Sorrise, ben poco mellifluo e per nulla sincero.
    Girò sui tacchi, ripercorrendo i propri passi fino quasi all'ingresso delle scalinate interne. Esitò, volgendo lo sguardo in direzione di una figura poco distante, totalmente diversa dal resto dei presenti per postura e compostezza. Era circondata da un'aura di inquietudine che riuscì nettamente a percepire, dalla sua posizione ravvicinata.
    Impossibile, pensò, non può essere lui.
    Eppure sì, lo riconobbe nell'istante stesso in cui lo vide, troppo insicuro per ammetterlo persino con se stesso. Ray del Clan Toryu, l'uomo che gli era stato comandato di uccidere tempo addietro, una leggenda vivente della sua terra natia. Gli sfuggì un sorriso fin troppo malefico per la circostanza e, senza aggiungere un singolo pensiero, si immerse nell'ombra del corridoio per fuggire dalla bolgia dell'arena.
    Ogni individuo lì presente non aveva più nessun valore, per lo Spaventapasseri -i cui corvi si erano ridotti ad una singola bestiola. Molto più sereno, infatti, voltò le spalle al Warrior Day ed a tutto ciò che riguardava quell'insulso torneo. Seppe di non poter confidare nell'evento per vedere finalmente la testa di Hisagi Shuhei rotolare lontano dal collo. Il tempo a sua disposizione sarebbe stato sprecato, se fosse rimasto ad assistere anche solo un minuto di più.
    No, lui doveva agire.
    Era la Maschera a sussurrarglielo, con toni suadenti ed argomentazioni inoppugnabili. Avrebbe dovuto trovare da sé degli individui capaci di mettere fine a quella scomoda rivalità, e l'avrebbe fatto direttamente a Merovish.
    Senza perdere altro, prezioso tempo
    in quella follia senza senso.
     
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  15. Kirakisho
     
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    CITAZIONE

    @ Re Mascherato


    Quando una figura bipede ed umanoide -l'ennesima- fece il suo ingresso dagli spalti non ci fu assolutamente nulla di strano, ma la consapevolezza di un'identità familiare, vicina come il ricordo di un sogno fu bastante a indurre la Bambola Maledetta ad levarsi dalle ginocchia dello Spaventapasseri.

    Con l'innaturale grazia che distinguerebbe una piuma da una roccia, la bimba dai capelli rosa come lo zucchero filato prese a zampettare leggiadra verso qualche posto più in là, in equilibrio sugli schienali dei seggiolini -dando mostra di un'elegante agilità felina-, per raggiungere il sedile su ci aveva preso posto un uomo dai capelli scuri e trasandati...
    come appariva un pò tutta la sua persona.

    Con un ultimo balzello gli atterrò davanti e, nascondendo le manine candid dietro la schiena, reclinò la testolina rosa da un lato.


    "E’ passato molto tempo, Nii-san… Mi sembri un po’ sciupato."
     
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21 replies since 13/1/2009, 17:38   736 views
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